L’importanza e l’utilità delle sequenze temporali e casuali
La consapevolezza del ruolo rilevante dell’ordine temporale degli eventi viene conquistata gradualmente nel corsi dello sviluppo cognitivo e prevede la capacità di decentrare gli eventi considerandoli non più come giustapposti, cioè come coesistenti in uno schema sincretico, ma decentrati rispetto a specifici schemi di riferimento. Vengono inoltre chiamati in causa anche fattori connessi alla codifica e alla memorizzazione degli eventi, e soprattutto fattori di tipo linguistico e sintattico (Petrini et al. 1998).
Alcune ricerche risalenti agli Settanta e Ottanta (Brown, 1975; Trabasso et al., 1984; Hudson e Nelson, 1983; Mandler, 1986; Gobbo, 1987, Trombetta et al. 1984) evidenziano come i bambini, già a partire dai tre anni circa, mostrino, in particolari condizioni favorevoli, un notevole capacità di comprensione dei nessi casuali e temporali, perché sono in grado di rappresentare mentalmente e di ricostruire sequenze ordinate di eventi. In particolare, secondo Nelson, la rappresentazione dell’esperienza da parte del bambino si attiva nella costruzione di script, riguardanti gli eventi, attraverso la ripetizione di azioni che consentono di creare un modello in grado di organizzare e fornire una struttura cognitiva adeguata.
La rappresentazione di eventi costituisce dunque lo strumento fondamentale per l’elaborazione del sistema semantico e delle categorie concettuali del pensiero.
All’interno di questo modello, la capacità di organizzare i nessi casuali e temporali che connettono tra loro le diverse azioni di un evento diventa un requisito fondamentale per lo sviluppo linguistico e concettuale del bambino (Nelson, 1986).
In una ricerca di Antonelli et al. (1988) vengono analizzati i processi di comprensione delle sequenze temporali e casuali nei bambini di cinque anni e vengono valutate la validità e l’efficacia di un programma di insegnamento volto a incrementare tali capacità cognitive. I risultati della ricerca evidenziano come questi bambini riescano ad avere una buona comprensione di eventi complessi, articolati in sequenze di azioni connesse in modo consistente da relazioni temporali e casuali, presentate tramite stimoli grafici. La ricerca rileva, inoltre, il periodo dei 5-7 anni come particolarmente ricettivo a influenzare specifiche che agiscono sull’evoluzione delle strutture cognitive connesse a questo tipo di compiti, ed evidenzia pertanto come sia possibile elaborare un programma specifico di apprendimento facendo ricorso ad attività basate sulla rappresentazione di eventi familiari, e in particolare sulla loro struttura temporale e casuale.
Studi più recenti evidenziano, infine, come l’uso di elementi pittografici permetta sia una facilitazione nella ricostruzione di storie e di sequenze temporali, sia una maggiore abilità nel meccanismo di scrittura e esposizione orale (Ukranetz, 1998).