La diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento fatta durante la scuola secondaria

L’aumenta richiesta di diagnosi per i DSA nel corso della scuola secondaria, iniziata negli anni precedenti, ma incrementata dal momento della pubblicazione della legge 170 del 2010, ha posto i clinici di fronte alla necessità di adattare velocemente i percorsi diagnostici (come anche i modelli clinici) costruiti per le età precedenti per far fronte a questa nuova richiesta (Penge, Viglianti).

Nel DSM-V (APA) i Disturbi Specifici di Apprendimento sono indicati con questo nome e come disturbo “unitario”. L’utilizzo del termine dislessia, disortografia e discalculia viene considerato come specificazione della diagnosi. Accanto alle difficoltà delle abilità di base vengono prese in considerazione, tra le caratteristiche distintive del disturbo, anche la difficoltà di comprensione e di scrittura (e programmazione) del testo, nonché le difficoltà nel ragionamento logico-matematico.
Come già affermato nelle due Consensus Conference Italiane sui DSA (2010), la diagnosi di questi disturbi deve quindi tener conto sia dell’entità dei problemi specifici (presenza e permanenza delle difficoltà), sia dell’assetto neuropsicologico, cognitivo ed affettivo che li contorna (comorbidità). Questa attenzione diagnostica appare tanto più rilevante in adolescenza, quando l’equilibrio dell’assetto cognitivo ed emotivo subisce variazione e oscillazioni significative e quando i due aspetti entrano in relazione incrociandosi ed influenzandosi in modo amplificato rispetto alle età precedenti.

A questa età, un’attenta valutazione e una diagnosi corretta assumono un’importanza notevole anche per guidare e supportare i ragazzi nelle loro scelte scolastiche (la scuola secondaria di secondo grado e l’università) e per accompagnarne il percorso con tutti i supporti e gli strumenti di ausilio previsti dalla legge 170/2010. La fatica crescente legata all’aumento del carico di lavoro e i frequenti insuccessi scolastici sono infatti ancora troppo spesso causa di abbandoni scolastici prematuri o di scelte di percorsi formativi di ripiego, con importanti ricadute sul piano psicopatologico e di adattamento sociale.