La Disprassia Verbale Evolutiva

L’ambito della Disprassia Verbale Evolutiva – DVE – è un ambito molto vasto e dettagliato, in questo articolo ci proponiamo di introdurla.
La DVE è un disturbo centrale della programmazione dei movimenti necessari alla produzione dei suoni, sillabe e parole e della loro organizzazione sequenziale. Come indica il termine stesso “dis-prassia”, il disturbo interessa la prassia, intesa come i processi neuropsicologici che dirigono e controllano l’azione. Precisamente, colpisce la capacità di apprendere e produrre prassie, ovvero azioni e sistemi coordinati di azioni prodotti in seguito a un’intenzione e in funzione di un risultato. Il soggetto disprassico soffre, dunque, di una disabilità più o meno severa nel pianificare ed eseguire sequenze motorie volontarie, mantenendo invece la possibilità di produrre risposte di tipo automatico. Tale difficoltà, che può manifestarsi sin dalle fasi precoci dello sviluppo o, più raramente, insorgere in seguito a danno cerebrale acquisito, può interessare la capacità motoria nella sua interezza (disprassia generalizzata) o limitatamente ad alcuni aspetti (disprassia degli arti, orale, verbale, oculare, ecc.). è questo il caso della Disprassia Verbale Evolutiva, che compromette specificatamente l’accuratezza e la stabilità dei movimenti volontari oro-linguo-facciali deputati alla produzione del linguaggio.
Il disturbo è attualmente descritto dall’ASHA come disordine congenito dell’articolazione dei suoni in cui precisione e coerenza dei movimenti preposti alla produzione linguistica risultano compromesse in assenza di deficit neurologici, sensoriali, di gravi anomalie strutturali a carico dell’apparato bucco-fonatorio e di disturbi relazionali primari. Questa definizione attiene alla forma idiopatica o primaria di DVE. Tuttavia il disturbo può verificarsi anche in associazione a disordini neuroevolutivi complessi di origine metabolica, epilettica, genetica e nell’autismo.
Sulla base di numerosi studi diretti a individuare le caratteristiche principali dello speech nei soggetti con DVE, in epoca relativamente recente è stato raggiunto un sostanziale accordo su tre sintomi cardine:
  1. Produzione di errori incoerenti, a carico sia dei fonemi vocalici che dei fonemi consonantici

  2. Difficoltà nella messa in sequenza dei suoni linguistici e nella transizione articolatoria tra segmento e segmento e tra sillaba e sillaba

  3. Alterazione della prosodia in velocità, intonazione e ritmo