La stretta correlazione tra fonologia e apprendimento della lingua scritta – il continuum tra disturbo fonologico e difficoltà di apprendimento della scrittura

Il “disturbo fonologico di apprendimento della lingua scritta” riguarda tutti i casi nei quali il bambino trova difficoltà nell’accesso alla fase alfabetica per un deficit nella conoscenza della dimensione fonologica del linguaggio.
Se il disturbo di acquisizione interessa la fase alfabetica viene infatti intaccato il core del processo di decodifica, che riguarda essenzialmente il processamento di informazioni fonologiche, e in gioco vi è l’accesso stesso al codice di scrittura. Per questo motivo la sua rilevazione a scuola è assai precoce: all’inizio della scuola primaria, se non addirittura in quella dell’infanzia. Di solito questi bambini presentano, fin dalle prime settimane di scuola, evidenti difficoltà e il loro ritmo di apprendimento ben presto discosta sensibilmente da quello della classe (Alberto Martini). Marker molto precoci sono la difficoltà nella conoscenza del materiale alfabetico, la fatica con la quale scrivono e riconoscono le singole lettere. Queste difficoltà tendono inoltre a perdurare ben oltre i primi mesi di scuola, configurandosi come tratto stabile del loro repertorio funzionale.
È molto frequente che i bambini con disturbo fonologico non attivino o non sfruttino adeguatamente l’aiuto che dall’autodettatura può giungere nell’analisi della sequenza fonemica.
Dal punto di vista diagnostico il riconoscimento di questo tipo di disturbo è abbastanza facile, perché la scrittura di questi bambini presenta un elevato numero di errori fonologici che interessano parole a struttura piana e, ancor di più, parole con gruppi consonantici. Gli errori sono, per lo più, rappresentati da omissioni di uno o più grafemi, dall’inversione dell’ordine o dall’aggiunta di lettere improprie. A parte la rilevazione e l’enumerazione degli errori, ciò che emerge dall’osservazione del bambino è la sua significativa difficoltà nel gestire a un livello accettabile il codice scritto, che per lui rappresenta un impegno particolarmente faticoso, spesso vissuto come insormontabile.