Con il termine disortografia si intende la difficoltà ad utilizzare le regole della scrittura e di conseguenza il processo di trascrizione tra fonologia ( suono “della lettera” sentito) e rappresentazione grafemica (“lettera” scritta) della parola ed è caratterizzata da errori sistematici di differenti tipologie.
Spesso, in comorbidità o separatamente, questa difficoltà si presenta anche nella lettura o in una vera e propria dislessia.
Tra le difficoltà che possono incontrare i ragazzi con DSA capita, molto frequentemente, che uno degli argomenti da affrontare sia quello delle doppie.
Spesso esso viene considerato come un capitolo minore della preparazione ortografica, talvolta addirittura come un rifinitura che si sistemerà da sé.
Contrariamente, nella nostra lingua i raddoppiamenti costituiscono un elemento linguistico distintivo, che può cambiare da solo l’intero significato di un vocabolo e conseguentemente alterare la frase (ed esempio: tuta/tutta).
È esperienza comune che questi bambini e questi ragazzi, nella loro routine quotidiana, alla richiesta della produzione di un testo scritto o sotto dettatura non scrivano alcun raddoppiamento, se non proprio pochissimi; il linea di massima, se gli viene qualche dubbio, si limitano a chiedere: “mattina….. è con due /t/?” e, in base all’espressione o alla risposta dell’adulto, completano correttamente la parola in questione. L’atteggiamento di “suggerire” al bambino o al ragazzo come si completa la parola va esattamente contro lo step ultimo del programma logopedico che ha come obiettivo l’autocorrezione da parte del bambino o del ragazzo.
Tant’è vero che, superata una certa età e scolarità tali dubbi non dovrebbero più sorgere.
L’obiettivo logopedico da porsi è quindi quello di sviluppare in loro un’abilità di analisi fonologica e metacognitiva e la conseguente automatizzazione.