Nutrire un neonato è un compito in cui gli adulti giocano un ruolo fondamentale. Intorno ai due anni di età il bambino impara a prendere da solo un pezzetto di pane, a bere dalla tazza e a usare il cucchiaio. Ma qual è il significato di queste nuove capacità per lui e per i genitori?
Mangiare è un’attività densa di significato: per rimanere in vita dobbiamo mangiare. Niente quanto un neonato o un bambino con un buon appetito rende una mamma felice e ottimista. Infatti, in questo modo il bambino dimostra di avere curiosità per la vita, di apprezzare quello che gli viene offerto e rassicura la mamma della bontà del lavoro che ha svolto fino a quel momento, liberandola da ogni preoccupazione. Inoltre, è evidente che mangiare, mettere dentro di sé il cibo, è una sorta di modello per altre attività che implicano il mettere qualcosa dentro di sé: nel linguaggio comune si dice che si è assetati di informazioni, o affamati di conoscenza. Siamo consapevoli che il bambino nell’atto di nutrirsi fa qualcosa di più profondo: non prende solo il latte, ma raccogliere anche attenzioni e affetto e mette dentro di sé qualcosa della persona che lo allatta. Quando in seguito impara a tenere in mano il cucchiaio per mangiare da solo, può farlo perché ha già accolto dentro di sé l’idea di una persona che si occupa di nutrirlo e in questo modo impara a farlo da solo.
Cosa sapere su tuo figlio - Lisa Miller