Piccole facilitazioni per avvicinare con piacere i bambini dislessici alla lettura

Oltre i programmi logopedici specifici che aiutano più nel dettaglio i bambini dislessici a far meno fatica a leggere, ci sono alcune modalità che possono aiutarli anche al di fuori della terapia.
I ragazzi dislessici, per ragioni motivazionali e di “competenza”, tendono a leggere meno dei coetanei, tutto ciò è dettato anche dalla fatica che fanno nello svolgere questa attività e questo porta a diminuire la probabilità di memorizzare le forme scritte.
Oltre alla pura terapia si può andare a stimolare la curiosità dei bambini e avvicinarli a questo mondo.
Chiaramente chi è dislessico manterrà comunque alcune difficoltà nella lettura ed è fondamentale che non gli si faccia pesare questa sua difficoltà. I genitori, gli insegnati e tutte le persone che “ruotano” intorno al bambino dovranno sempre ricordare che questi ragazzi possono raggiungere qualsiasi traguardo intellettuale. Con un ghigno beffardo, ricordiamoci di molti dislessici famosi come, per esempio, Leonardo Da Vinci, Albert Einstein, Steve Jobs, Walt Disney e Tom Cruise, che forse non leggevano come dei missili e che tutti loro venivano definiti “pigroni”, ma che nei loro campi hanno sempre brillato come stelle, insegnandoci una cosa su tutte, a non mollare mai! Perché tutto è possibile!
In letteratura è chiaramente scritto che se un dislessico non raggiunge obiettivi alla sua portata la responsabilità è di chi non ha saputo metterlo nelle condizioni ideali e ottimali per imparare. Una bellissima citazione recita: “Se non imparo nel modo in cui tu insegni, insegnami nel modo in cui imparo.”
L’insistenza nel farli leggere testi lunghi, nel farli scrivere (spesso i bambini dislessici sono più lenti e commettono errori) e nel farli leggere ad alta voce, possono metterli in difficoltà; queste richieste possono essere sostituite con brani più brevi, attività di visualizzazione o pratiche, ascolto di lezioni e utilizzo di particolari programmi ecc. Ecco che non si cambiano le richieste o gli argomenti, ma cambiano semplicemente le modalità.
    • Far familiarizzare il bambino con il mondo dei libri, con visite in libreria, biblioteca, bancarelle
    • Leggere al bambino in modo che possa seguire dove si sta leggendo
    • “Giocare” attraverso gli scambi di comunicazione scritta (utilizzando diari dialogati, messaggi telefonici, e-mail ecc.)
    • Far leggere al bambino testi conosciuti o scritti da lui stesso
    • Registrare la lettura e farla riascoltare seguendo con gli occhi il brano letto
    • Far leggere al computer e al tablet
    • Far leggere testi che suscitano un particolare interesse e libri-gioco
    • Far giochi che prevedono la composizione e la scomposizione di parole
    • Far giochi che prevedono una ricerca visiva rapida (come l’individuazione di un nome in un testo o su una cartina geografica)
    • Far riflettere sui processi, sul significato e sull’importanza dell’attività di lettura
    • Stimolare nel bambino la convinzione di avere in sé i mezzi per migliorarsi e riuscirci