Un piccolo importante trucco per sviluppare la fantasia e l’esposizione orale dei bambini

Molto spesso, in ambito scolastico e riabilitativo, i bambini imparano prima ad ascoltare o leggere una storia più o meno complessa e poi a raccontarla oppure a rispondere a domande di verifica della comprensione. È noto che l’abilità narrativa nasce principalmente dalla capacità di ordinare in successione di tempo gli eventi legati a esperienze personali e a favole e racconti.

Ma cosa accade se la parte finale del racconto, letto o ascoltato, viene omessa, lasciando così decidere al bambino stesso le sorti del protagonista e degli altri personaggi?

Sicuramente in questo modo gli si richiede uno sforzo superiore alla semplice comprensione del testo e alla sua narrazione. Terminare un racconto presuppone infatti un’adeguata comprensione della situazione iniziale e, al contempo, un’analisi dell’ambientazione e dei personaggi tale da poter capire quali elementi possono essere inseriti nel contesto narrativo per giungere alla scelta più pertinente. Per poter individuare tali elementi, il bambino dovrà attingere al suo bagaglio semantico-lessicale e compiere associazioni logiche, mettendo alla prova la sua abilità inferenziale.

La successiva difficoltà che egli può incontrare, dopo aver chiarito la sequenza logici-temporale degli eventi che si succederanno, sarà di tipo sintattico, poiché dovrà tradurre il suo pensiero in frasi organizzate.

Se noi, tramite il gioco, aiutiamo il bambino ad inventarsi la fine delle storie e delle favole andiamo proprio ad aiutarlo a integrare tutte le abilità sopradescritte, procedendo gradatamente verso l’autonomia di lavoro dell’esposizione orale, che sia prima di una favola e dopo di un argomento didattico.