Una “famiglia con bisogni speciali”

Tutti i genitori non possono fare a meno di notare le differenze fra lo sviluppo dei propri figli e di quelli altrui. Ciò avviene anche quando non c’è di mezzo una disabilità. Quando un figlio ha bisogni speciali, il contrasto con i bambini che si sviluppano normalmente può essere ancora più netto.
Molte famiglie reagiscono ritirandosi o evitando le normali situazioni sociali. A volte le madri non vogliono portare il figlio in ludoteca per non trovarsi a rispondere sempre alla solita domanda: “Ma quanti anni ha?”.
In certi casi i genitori pensano di dover risparmiare alle altre persone l’imbarazzo di confrontarsi con le loro reazioni al bambino con bisogni speciali. Raccontano di rendersi conto che amici e colleghi con figli senza bisogni speciali a volte sembrano riluttanti a incontrarli. Forse quanto accade perché provano compassione per i loro amici, si sentono impacciati e non sanno bene cosa dire.
Benché sia incomprensibile, tutto ciò può peggiorare l’isolamento della famiglia dove c’è un bambino con bisogni speciali.
Altri possono invece trovarsi in un dilemma sul lavoro: benché abbiano bisogno di permessi per partecipare agli appuntamenti per visite e cure, non vogliono dare l’impressione di volersi sottrarre ai loro doveri o di chiedere un trattamento speciale a causa di problemi familiari. Non vogliono sentirsi come se stessero in qualche modo “sfruttando” le difficoltà del figlio. Così a volte non parlano della loro situazione, cosa che può farli sentire isolati e lontani dai colleghi.
Ciò che questi genitori sembrano esprimere è che, pur sapendo che la loro famiglia è diversa da molte altre, non vogliono essere definiti attraverso i bisogni speciali dei figli. Sebbene siano consapevoli della necessità di riconoscere e affrontare tutte le esigenze particolari che il figlio pone alla famiglia, non vogliono vedersi o essere visti come “una famiglia con bisogni speciali”.


Cosa sapere su tuo figlio – Pamela Bartram