In conseguenza alla definizione stessa una delle strategie più efficace, applicabile a tutte le materie scolastiche, che va ad alleggerire la fatica implicata dalla lettura dei ragazzi dislessici sono le mappe concettuali.
Lo sviluppo di queste mappe è un metodo che permette di organizzare i concetti principali di un testo o di un argomento attraverso relazioni di significato. La forma grafica e la necessità di sintesi fanno sì che l’avere a disposizione una “mappa concettuale” faciliti l’alunno nell’accesso alle informazioni in memoria e gli fornisca una guida per l’individuazione e la ricostruzione dei collegamenti logici tra i diversi elementi. Oggi sono diversi i software che facilitano la costruzione di queste mappe, tuttavia è possibile sviluppare questa strategia anche con altri strumenti: schemi, disegni, post-it ecc. un elemento che modula il successo e l’efficacia nell’uso delle mappe è il fatto che il soggetto sia attivo e partecipe nel loro sviluppo, perché solo se le sente “familiari”, ovvero, in termini più tecnici, in assonanza cognitiva con le sue rappresentazioni mentali, queste potranno effettivamente facilitare il ricordo e l’organizzazione. In gruppo le mappe concettuali possono essere utilizzate tramite la divisione dei compiti (ogni componente può farsi carico della costruzione di una parte della mappa) e la costruzione di una mappa comune (in questa fase in confronto e la discussione di ciascun contributo costituiscono un importante rinforzo per l’acquisizione della strategia e allo stesso tempo producono feedback sul proprio lavoro). Ecco che allora sorge spontanea una domanda, alla quale, forse, è già scontata la risposta: le mappe concettuali alleggeriscono la fatica solo dei ragazzi dislessici o ne potrebbero giovare tutti gli alunni di tutte le scuole di ogni ordine e grado?