A tre anni giocare è importante come lavorare

Spesso sottovalutiamo la portata e l’importanza del gioco per i bambini, ma in realtà il gioco per loro è come un lavoro, è il loro modo di sviluppare l’immaginazione, la creatività e la vita emotiva. Spesso capita di vederli concentratissimi totalmente assorbiti nel giocare con un trenino, nel sistemare la fattoria giocattolo o nel rappresentare una storia. Il gioco può assumere diverse forme e ha molte funzioni. Talvolta ha come obiettivo quello di separare realtà e finzione, sperimentando una serie di ruoli e identità, elaborando modalità per gestire emozioni intense quali l’amore, la gelosia o la rabbia. I bambini esprimono nel gioco le paure e le speranze, spesso attribuiscono queste emozioni alle bambole, ai peluche o ad altri giocattoli. Il gioco è la modalità che utilizzano per elaborare le proprie esperienze: le preoccupazioni relative alle separazioni, il fatto di perdersi o di rimanere indietro, la gioia per l’apprendimento di nuove capacità, la paura di essere esclusi, la rivalità con i fratelli sono solo alcuni dei temi che emergono nel gioco a questa età. Si può trattare di giochi nella fattoria, con l’agnellino che bela disperato perché “ha perso la sua mamma” ma poi la trova con grande gioia, oppure con tutti i maialini intorno alla scrofa che litigano per riuscire ad attaccarsi alla mammella. Nascondino è un altro dei giochi preferiti a tre anni, dato che consente di elaborare le ansie legate alla separazione, al “perdere” qualcuno per poi ritrovarlo. I bambini piccoli hanno una capacità di tolleranza limitata rispetto a un’attesa troppo lunga nel restare nascosti e spesso fanno in modo di essere “trovati” dopo poco.
Dato che per la maggior parte del tempo i bambini hanno uno scarso controllo sulla propria vita (gli arrivi e le partenze delle persone che gli sono vicine, la nascita dei fratellini, e così via), il momento del gioco rappresenta sicuramente un modo di “assumere il controllo”.  Si dimostrano abilissimi nel fare il tè, preparare la cena per una bambola o curarla fingendo che sia malata, far finta di andare per negozi o al lavoro, lasciando i “bambini” orsacchiotti a casa.


Cosa sapere su tuo figlio – Louise Emanuel