I luoghi di incontri dei bambini con bisogni educativi speciali

Nelle prime fasi dello sviluppo, i genitori o i principali adulti che si prendono cura del bambino sono tutto il suo mondo. Poco alla volta questo mondo si allarga e arriva a comprendere altri familiari, amici di famiglia e, un giorno, ci si augura, degli amici propri. Quando un bambino ha una disabilità questo processo può naturalmente richiedere più tempo. È importante che i genitori si concedano l’opportunità di considerare attentamente le necessità pratiche di tipo finanziario e lavorativo, tenendo conto della lentezza di sviluppo del proprio figlio. Quando un bambino reagisce e comunica poco, la madre può avvertire fortemente il desiderio di tornare al lavoro, dove i suoi sforzi vengono ricompensati e i risultati raggiunti vengono riconosciuti. Altre madri di bambini con bisogni speciali restano a casa e la loro intera vita ruota intorno gli appuntamenti quotidiani con medici e terapisti.
In alcuni casi, affrontare il mondo esterno, in cui i giardini d’infanzia e le altre occasioni di incontro sono pieni di bambini qualsiasi, diventa quasi impossibile e i genitori si nascondono in casa, cosicché anche il piccolo perde l’opportunità di fare esperienze utili per il suo sviluppo.
I gruppi organizzati appositamente per i bambini con bisogni speciali e gli adulti che se ne prendono cura non risolvono sempre il problema dei confronti dolorosi. I genitori possono avere un’acuta consapevolezza del grado di menomazione dei loro figli rispetto a quello dei figli altrui. È anche irrealistico pensare che dei genitori facciano amicizia fra loro per il semplice fatto che hanno entrambi un figlio con bisogni speciali. Anche se avranno qualche cosa in comune, può darsi che senza questa circostanza condivisa le loro strade non si sarebbero mai incontrate. Tutte queste considerazioni mettono in evidenza il fatto che i genitori tenderanno a ritrovarsi socialmente isolati e a vivere la loro difficile esperienza di accudimento in solitudine. Ciò a sua volta può impedire di credere che esista qualcuno che possa facilitare o condividere questo compito, anche quando l’opportunità ci sarebbe. In ogni caso, è probabile che il bambino tragga beneficio dalla compagnia di altri bambini, sin dalle prime fasi di sviluppo, in presenza della loro figura di accudimento.