Il “no” ai bambini

A due anni il bambino comincia a comprendere il potere della parola “no” e questo, per certi aspetti, è positivo. Nessuno desidera che i propri figli crescano senza essere in grado d affermare se stessi o di rifiutare qualcosa che non desiderano. Il problema è che in questa fase il bambino si trova proprio all’inizio della crescita e spesso non ha idea di cosa sia bene per lui. Sta appena iniziando a scoprire le proprie capacità. Benché il neonato riesca a far comprendere ciò che gli piace e ciò che non gli piace e sia in grado di rifiutare ciò che non vuole fare, è solo a questa età che il bambino con un crescente senso del sé comincia a capire e sentire che può dire di no.
Innanzitutto il bambino a questa età è come una persona responsabile di un macchinario grande e rudimentale. Manca completamente di sottigliezza. Se qualcosa gli sembra orribile la rifiuta con tutto se stesso anche se la volta precedente l’aveva accettata con entusiasmo. Tuttavia continua ad aver bisogno di essere trattato con la stessa delicatezza che lui stesso non è in grado di utilizzare. Può accadere in modo quasi automatico che i genitori siano tentati di utilizzare modalità analogamente primitive e ingaggiare così una vera e propria battaglia con lui. In questo faccia a faccia l’adulto, proprio perché più grande, può forzare la vittoria, ma deve poi prendere atto di non avere risolto nulla.
Credo che siano pochissimi i genitori che non hanno sperimentato senso di colpa e dispiacere rendendosi conto di aver perso la pazienza e di aver esagerato. La natura così primitiva dei sentimenti del bambino può smuovere qualcosa di altrettanto primitivo in noi. E a quel punto può diventare molto difficile gestire le proprie emozioni, dire di no a se stessi e ricordarsi di quanto si è grandi e si può potenzialmente spaventare il bambino.
La lezione difficile per il bambino è comprendere che il “no” può essere anche una parola positiva e importantissima. Solitamente a lui appare ottima quando la dice, ma tremendamente gradevole quando se la sente dire. Possiamo capire il suo punto di vista, ma è ugualmente fondamentale che i genitori siano in grado di percepire quando è giusto o necessario dire di no, soprattutto a se stessi. Anche in situazioni di per sé banali, è importante e giusto che gli adulti dicano, con dolcezza, di no. Per un bambino di questa età il mondo è pieno di pericoli, grandi e piccoli, e la parola no deve essere sostenuta da azioni e precauzioni. È inutile dire semplicemente di no al bambino per evitare che si avvicini alle pentole che scottano, al fuoco, al ferro da stiro: tutte queste cose devono essere tenute fuori dalla sua portata e in un ambiente protetto. Il bambino ha anche bisogno di spiegazioni e, per quanto possa apparire intelligente e ragionevole, è meglio ripetere lo stesso concetto più volte.