Il perché i bambini e i ragazzi con Disturbi Specifici di Apprendimento – DSA hanno difficoltà nell’apprendimento dell’inglese e come affrontare questa fatica. Dove tutto è possibile!

L’apprendimento e la conoscenza della lingua inglese è ormai fondamentale per i bambini e i ragazzi di tutto il mondo ed è quindi prioritario e naturale occuparsi di questa area e delle relative difficoltà ad esse associate, basti pensare, senza uscire di casa, che è stato stimato che il 90% del contenuto del web è scritto in lingua inglese.

All’interno delle linee giuda per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento troviamo una sezione interamente dedicata alla didattica per le lingue straniere e ciò sottolinea innanzitutto che è nelle piene capacità dell’alunno con DSA apprendere una qualsiasi lingua straniera e, ancora una volta, l’importanza dell’insegnamento di una o più lingue straniere, soprattutto in una società sempre più multirazziale ed interconnessa come quella attuale.

Tuttavia un soggetto con DSA è più facilitato nell’apprendimento di una lingua trasparente, ovvero dove vi è una corrispondenza biunivoca o quasi tra i grafemi ed i fonemi che la compongono. Proprio per questo motivo le linee guida sottolineano l’importanza di offrire, da parte della scuola alla famiglia, l’opportunità di scegliere una lingua con maggiore trasparenza.

Il discorso della trasparenza linguistica e di conseguenza di una maggiore o minore difficoltà di apprendimento di una L2 dovrà sempre essere tenuto presente dai docenti della lingua stessa.

Da un punto di vista della didattica si dovrà dare un maggior spazio alle abilità orali rispetto a quelle scritte ed è consigliato, circa un compito di lettura, far portare a casa il testo scritto, in modo tale che l’alunno si alleni individualmente nel compito di decodifica ed in classe venga svolto il lavoro di comprensione dei contenuti.

Dal momento che i soggetti con Disturbi Specifici di Apprendimento hanno tempi di lettura più lunghi è possibile l’utilizzo di audio-libri e di sintesi vocale; quest’ultima può essere utilizzata sia durante l’anno scolastico sia durante l’esame di Stato.

Anche il computer con correttore automatico e con dizionario digitale è utilizzabile durante l’anno scolastico e l’esame di Stato, ed in questo caso, gli strumenti compensativi facilitano l’alunno durante i compiti di scrittura.

Gli studenti con DSA possono usufruire di alcune misure dispensative come:

  1. tempi aggiuntivi
  2. adeguata riduzione del carico di lavoro
  3. “in caso di disturbo grave e, previa verifica della presenza delle condizioni previste all’Art.6, comma 5 del D.M. 12 luglio 2011, è possibile in corso d’anno dispensare l’alunno della valutazione nelle prove scritte e, in sede di esame di Stato, prevedere una prova orale sostitutiva di quella scritta, i cui contenuti e le cui modalità sono stabiliti dalla Commissione d’esame sulla base della documentazione fornita dai Consigli di Classe.”

L’apprendimento del linguaggio scritto di una lingua straniera non è comunque da tralasciare, in quanto certamente utile come supporto all’apprendimento della lingua orale.

La valutazione della comprensione, sia orale che scritta, dovrà dare la precedenza alla capacità di cogliere il senso generale e fondamentale del messaggio, mentre per quanto riguarda la produzione verrà data maggiore importanza all’efficacia comunicativa rispetto alla correttezza grammaticale.

Dal momento che quando parliamo della didattica per le lingue straniere, parliamo della classe di insegnamento di “Lingue e Letteratura Straniera”, dobbiamo includere nell’apprendimento anche gli aspetti culturali, sociali e letterari del popolo che parla quella lingua. In questo caso, essendo tale aspetto insegnato in lingua madre, vengono applicati i medesimi strumenti compensativi e dispensativi impiegati per le altre discipline, dove si parla la L1.

In relazione a quanto detto sopra, nella scuola secondaria i testi letterari in lingua straniera assumono una minore importanza all’interno dell’apprendimento globale della L2, infatti si consiglia di dar precedenza al potenziamento del lessico ad alta frequenza ed utilizzabile nella comunicazione quotidiana.

In ultima analisi è importante riportare che “ai fini della corretta interpretazione delle disposizioni contenute nel decreto attuativo, pare opportuno precisare che l’“esonero” riguarda l’insegnamento della lingua straniera nel suo complesso, mentre la “dispensa” concerne unicamente le prestazioni in forma scritta.”


LA L1 O LINGUA MATERNA O LINGUA MADRE


La lingua naturale che viene appresa dall’individuo in età infantile attraverso un processo naturale e spontaneo detto “acquisizione linguistica”, indipendentemente dall’eventuale istruzione.


L’INTERLINGUA


L’interlingua è una seconda lingua che l’alunno sta imparando, ma non l’ha ancora pienamente acquisita. Infatti vengono preservate alcune caratteristiche della lingua nativa nel parlare o nello scrivere all’interno della lingua bersaglio.


LA L2 O SECONDA LINGUA


In linguistica e glottodidattica la L2 non viene considerata in maniera tradizionale, cioè come una lingua non materna, ma a tutti gli effetti calcolata come una lingua nativa ed inglobata concettualmente dal soggetto.


LE LINGUE OPACHE E LE LINGUE TRASPARENTI


La trasparenza fonologica è la corrispondenza tra grafemi e fonemi, ovvero la corrispondenza fra scritto e parlato.

In base a questa definizione le lingue si possono definire opache o trasparenti.

Tra le lingue a maggiore trasparenza possiamo trovare l’italiano e il tedesco, mentre lingue con una bassa corrispondenza scritto-parlato, cioè opache, troviamo il francese e l’inglese.

Il soggetto con DSA incontra maggiori difficoltà nell’apprendimento di una lingua opaca e statisticamente è confermato dal maggior numero di dislessici nella popolazione inglese.


LE STRATEGIE METODOLOGICHE E DIDATTICHE


Con questa metodica vengono utilizzate forme didattiche che facilitano e semplificano l’apprendimento al fine di ridurre la complessità degli obiettivi da raggiungere.

Ci si avvale dell’impiego di mappe concettuali e mediatori didattici che portano l’alunno alla “mentalizzazione” dei concetti, di cui la letto-scrittura è un momento determinate.


GLI STRUMENTI DISPENSATIVI


Si tratta di misure di esonero da determinate attività didattiche che evitano all’alunno di essere sottoposto a prove di eccessiva difficoltà per la propria condizione. Nell’applicazione degli strumenti dispensativi è fondamentale porre attenzione nel non adottare eccessive misure di “apartheid”, in modo tale da non inficiare negativamente l’autostima dello studente.


GLI STRUMENTI COMPENSATIVI


Si tratta di strumenti che sostituiscono la difficoltà dello studente in una certa prestazione, ad esempio la scrittura e la lettura. Tra gli strumenti compensativi ricordiamo la sintesi vocale, le tabelle o i formulari, il tutor, il computer con videoscrittura e correttore automatico e i libri e dizionari digitali.


LE METODOLOGIE DI VERIFICA E DI VALUTAZIONE


In sede di valutazione all’alunno con DSA dovrà essere permesso l’utilizzo degli strumenti a lui disponibili impiegati durante il corso dell’anno scolastico.


LE STRATEGIE METACOGNITIVE


Per metacognizione si intende un livello superiore di riflessione applicate ai processi cognitivi affinché possano essere controllati e modificati coscientemente.

Le conoscenze metacognitive possono rappresentare l’immagine costruita dal soggetto sul proprio funzionamento mentale e agganciarsi ad esperienze quotidiane avendo caratteristiche generali o specifiche legate ai propri ambiti di conoscenza.

Nel DSA l’intervento metacognitivo non viene utilizzato per incrementare le abilità strumentali, ma serve a compensare le carenze con una maggiore padronanza delle risorse metacognitive.


L’INSEGNAMENTO DELL’INGLESE COME L2 AI DSA


Quando parliamo dell’inglese e dei DSA non possiamo esimerci dal sottolineare che l’inglese è una lingua opaca, composta da 1120 grafemi che rendono 40 fonemi.

Proprio questa caratteristica è la spiegazione più evidente del perché nei paesi anglofoni la percentuale di soggetti con DSA è del 15%, la quale risulta ben maggiore rispetto al nostro paese, in cui si registra intorno al 4% (c’è da ricordare che le statistiche e le percentuali sono tutt’ora in via di analisi) e di conseguenza possiamo facilmente intuire quali e quante difficoltà un soggetto con DSA possa incontrare durante l’apprendimento di questa particolare L2.

L’alunno con DSA infatti presenta alcune caratteristiche che l’insegnante di lingue dovrà tener presente:

  • difficoltà nel ricordo, nella rievocazione e nella ripetizione dei fonemi
  • impedimenti nella comprensione dei dettagli
  • ostacoli nel raggiungimento dell’automatismo

Lettura:

  • di uno stesso brano necessita di tempi maggiori rispetto ai compagni
  • errori di tipo fonologico
  • dovrà ricevere una spiegazione esplicita di una regola perché questa venga appresa (il soggetto senza DSA molto spesso apprende ed applica le regole intuitivamente)

Scrittura:

  • analogamente alla lettura, nello svolgimento di un medesimo compito, necessiterà di maggior tempo rispetto ai compagni
  • talvolta sono presenti errori anche nell’applicazione di regole già precedentemente apprese
  • è possibile trovare omissioni e sostituzioni di grafemi
  • non di rado vi è una translitterazione delle regole grammaticali italiane ed un’applicazione di esse

Le difficoltà circa l’inglese scritto sono così notevoli che il MIUR, tramite la circolare Prot. n° 4099/a/4/ del 05.10.2004 indica, ove necessario, di dispensare l’alunno dall’inglese in forma scritta.

Rialti, però fa una corretta osservazione riguardo a questa circolare, si interroga se davvero il codice orale nei DSA sia integro. Non dobbiamo infatti dimenticare il deficit di processing fonologico il quale implica:

  • tempi maggiori di ragionamento
  • tempi più lunghi nei processi di conversione
  • la difficoltà del raggiungimento dell’automatismo, quindi il soggetto deve impiegare attenzione e concentrazione (e di conseguenza un dispendio notevole di energie) nell’applicazione delle regole corrette

Quando una risposta viene data con tempi non consoni al disturbo del discente, l’insegnate dovrà porre una particolare attenzione allo stato emotivo dell’alunno, questo perché magari nasconde un disagio dell’allievo stesso all’interno della classe e in relazione al DSA che lo caratterizza e che lo porta a rispondere frettolosamente non perché ha raggiunto, tramite un ragionamento logico o l’applicazione di una regola appresa, la risposta bersaglio, ma semplicemente per non sentirsi “diverso” ed “inferiore” all’interno del proprio gruppo.

Infatti l’equipe che ha in incarico il soggetto con DSA dovrà necessariamente lavorare sinergicamente verso il raggiungimento della consapevolezza delle debolezze e quindi dei punti di forza che il disturbo gli comporta negli apprendimenti, ma prima di tutto ciò dovrà lavorare nel raggiungimento sì della consapevolezza, ma della consapevolezza del DSA stesso e nella convinzione e totale comprensione che gli obiettivi perseguibili sono gli stessi dei compagni. Tramite il raggiungimento di quest’ultimo obiettivo ci sarà un rinforzo diretto dell’autostima dello studente, in qualsiasi materia e nella vita in generale, e di conseguenza ci sarà una ricaduta positiva su tutti gli apprendimenti.

Per l’insegnamento corretto dell’inglese L2 non esiste un metodo unico ed infallibile, anche una buona didattica tradizionale può portare uno studente con DSA ad imparare una qualsiasi L2, così come da una full immersion, per esempio una delle più classiche “vacanze studio”, un discente con questi disturbi potrà trarre degli insegnamenti, tuttavia, intrinseci a qualsiasi programma didattico dovrebbero, come sostiene anche Rialti, trovarsi dei metodi consoni all’apprendimento dell’inglese per i DSA, i quali sono complementari e non esclusivi ed escludenti, ma che sono alla base del percorso che ha come obiettivi sia la consapevolezza che l’automatismo della lingua studiata, che troppe volte non viene raggiunta o per scarsa formazione dei docenti o per un’arresa precoce dell’allievo con DSA davanti ad un fallimento didattico e quindi a causa di un occhio miope nei confronti dell’emotività di questi alunni:


Metodo strutturato


Si parte dall’analisi delle componenti grammaticali e fonetiche semplici e, ove possibile, trasparenti per poi, una volta apprese le suddette, passare allo studio delle unità composte ed irregolari. L’apprendimento, in primo luogo, delle strutture regolari permette allo studente di utilizzarle in maniera automatica ogni qualvolta le incontra e gli permette, inoltre, di potersi concentrare sulle unità “nuove” o sui compiti cognitivi più complessi, di conseguenza vi è una maggiore velocità e correttezza nell’esecuzione del compito, le quali sono direttamente collegate ad un maggior successo nella resa della consegna e di conseguenza vi è una ricaduta positiva sull’autostima dello studente, fondamentale per la prosecuzione degli apprendimenti e per evitare la frustrazione del fallimento.

L’insegnate dovrà aiutare il discente nella riflessione circa le regole, senza dar niente per scontato, in modo tale che le regole stesse vengano apprese correttamente e si raggiunga l’automatismo, fine ultimo dell’insegnamento di una L2 e più in generale di una qualsiasi disciplina.


Esempio di esercizi di un metodo strutturato


Giorni della settimana

“Prima” analisi *

“Seconda” analisi **

Monday

monDAY

MONday

Tuesday

tuesDAY

TUESday

Wednesday

wednesDAY

WEDNESday

Thursday

thursDAY

THURSday

Friday

friDAY

FRIday

Saturday

saturDAY

SATURday

Sunday

sunDAY

SUNday (sole=sole)


*dove con “prima” analisi si intende l’analisi delle strutture regolari

** dove con “seconda” analisi si intende lo studio delle unità composte. È opportuno stimolare l’attivazione del sistema semantico solo nei casi in cui il lessico della parola interessata sia ben conosciuto od esplicito (per esempio nella parola “sunday”, “sun” significa “sole”), onde evitare un sovraccarico di informazioni a livello cognitivo.


Metodo multisensoriale


Il metodo multisensoriale consiste nell’utilizzo di più sensi contemporaneamente in modo tale da migliorare la concentrazione, l’attenzione, la memoria e più in generale tutti gli apprendimenti.

Infatti un allievo con DSA, e non, trarrà vantaggio dall’utilizzo simultaneo della vista, dell’udito e dell’apparato cinestesico-tattile, per esempio, se mentre scrive ripeterà simultaneamente ciò che sta scrivendo. In questo modo, oltre ad aumentare la concentrazione e l’attenzione, si va a rinforzare anche la via sublessicale e la relativa corrispondenza grafema-fonema.

Uno dei metodi multisensoriali più accreditati è l’“approccio di Orton-Gillingham”, nato proprio per l’insegnamento dell’inglese scritto, il quale sfrutta appunto i tre canali sensoriali sopra indicati, permettendo agli alunni con DSA di andare a compensare le loro carenze con la loro intelligenza e con le nozioni apprese da ciò che producono loro stessi.

Il punto di forza dei metodi multisensoriali è proprio quello, tramite l’utilizzo dei canali sensoriali visivo, uditivo e cinestesico di andare ad attivare tutte le procedure di lettura e scrittura, così facendo si utilizzano tutte le unità interessate nell’una e nell’altra abilità e di conseguenza le componenti carenti sono compensate in modo “naturale” ed autonomo.

Recenti ricerche del National Institute of Child Health and Human Development (NICHD) hanno dimostrato l’efficacia del metodo multisensoriale, anche in bambini più piccoli che presentavano carenze nelle competenze di consapevolezza fonologica.


Metodo metacognitivo


La metacognizione è la capacità di osservare e, di conseguenza, regolare i propri processi cognitivi e quindi i propri processi di apprendimento.

Proprio per questo motivo è importante che il docente insegni all’allievo delle strategie che gli permettano di porsi delle domande “di verifica” e, ove necessario, di autocorreggersi. Anche questo metodo, come quello strutturato, con l’esercizio e l’apprendimento stesso verrà assimilato e quindi automatizzato.

Legato alla metacognizione trovo giusto scoraggiare l’apprendimento mnemonico, a favore di un programma esplicito, che dia la precedenza al ragionamento, con il supporto, se necessario, di schemi e mappe concettuali, da poter utilizzare non solo durante lo studio, ma anche in sede di verifica.


L’enfatizzazione


Tra le tecniche più efficaci sono indicate quelle che enfatizzano il ruolo di istruzioni chiare ed esplicite. Se infatti, per un allievo senza difficoltà, una didattica per immersione in un contesto naturale di esposizione alla lingua attraverso video o film o di un contatto diretto può rappresentare un valido sistema di insegnamento, per uno studente con difficoltà nell’apprendimento della lingua straniera l’insegnamento preciso della fonologia e del sistema di corrispondenza suono-simbolo può migliorare le sue potenzialità di apprendimento, aiutandolo a focalizzarsi su specifici apprendimenti e a fissare meglio in memoria le nuove sonorità e le nuove regole.


Le mnemotecniche


Anche l’utilizzo delle mnemotecniche si è riscontrato molto utile per chi ha difficoltà con la fonologia della nuova lingua. Tra di esse particolarmente utile risulta quella della parola-chiave che favorisce l’apprendimento della parola straniera, ad esempio: se vogliamo insegnare il termine inglese /bed/ ovvero /letto/ possiamo cercare un termine italiano di suono anche solo parzialmente simile /benda/ e disegnare con il bambino “un letto che al posto delle lenzuola ha delle bende”, nell’imminente potrà portare il bambino a ridere, ma successivamente quest’associazione, anche un po’ bizzarra, lo potrà aiutare a ricordarsi proprio di quella cosa “che non esiste” e che lo ha fatto ridere, facilitandolo, però, a rievocare il suono di /benda/ e quindi di /bed/.


Il format narrativo  


Per i bimbi piccoli di età prescolare un metodo interessante di insegnamento della lingua straniera è quello del “format narrativo” e della drammatizzazione di una vicenda ricca di significato e di emozioni che possono aiutare il bambino a costruire una solida rappresentazione semantica a cui agganciare la fonologia, il lessico, la grammatica e la sintassi della lingua straniera.

Perché per i bimbi più piccoli? Perché con l’inizio della scolarizzazione si deve dare la precedenza alla fonologia, concetto strettamente legato alla plasticità del sistema nervoso cerebrale.


Quindi, ricordatevi una cosa, che vi sembrerà banalissima, ma ancora troppe volte mi trovo a ripeterla, la prima cosa da insegnare è l’alfabeto, mai nessun bambino, per esempio di terza elementare, riuscirà ad imparare e a scrivere i colori se non sa l’alfabeto inglese! Perché altrimenti non potremmo mai correggere un bambino che scrive “Du iu spic inglisc?” perché lo scrive nell’unico alfabeto che conosce.


Alla luce di queste considerazioni, risulta opportuno l’insegnamento della lingua straniera, in quanto una qualche forma di competenza plurilingue può contribuire ad un futuro miglioramento del profilo professionale degli studenti DSA. Questa posizione appare peraltro in linea con le indicazioni dell’Unione Europea circa l’insegnamento delle lingue ad allievi con bisogni speciali. L’insegnamento della lingua straniera ad allievi DSA non è solo opportuno, come abbiamo evidenziato nei paragrafi precedenti, ma anche possibile e realizzabile.