L’incontro tra genitori e figli con uno sguardo ai bambini con bisogni educativi speciali

Lo psicologo dell’età evolutiva e psicanalista Daniel Stern scrive della “danza fra madre e bambino” (Stern, 1989, p. 145). Con questa immagine egli richiama l’attenzione sugli scambi fra genitore e figlio che sono naturali, preverbali e profondamente basati sul ritmo, l’accento e il timbro, gli aspetti non verbali della comunicazione. Questi scambi non hanno luogo soltanto nei momenti di “ricreazione”: se osservate un bambino mentre viene allattato al seno o al biberon, potere percepire la natura silenziosa e ritmica dell’esperienza, nel momento in cui il genitore e il bambino “prendono il ritmo” fra loro e condividono un’esperienza ordinaria eppure intima ed essenziale, la fondazione della relazione che si sta sviluppando tra loro.
Durante i pasti, per esempio, le osservazioni rivelano che, quando un bambino più gande viene imboccato con il cucchiaio, la gran parte dell’esperienza è mediata attraverso ritmi condivisi fra bambino e genitore, senza uno sforzo cosciente da parte di quest’ultimo. I musicisti e gli psicologi che hanno analizzato le videoregistrazioni di questi scambi hanno dimostrato che i piccoli e i loro genitori sincronizzano istintivamente le loro azioni e vocalizzazioni ben prima che le parole assumano un senso per il bambino.
Queste esperienze condivide di armonizzazione fisica e sensoriale sono essenziali per il senso di benessere del bambino, che sperimenta ripetutamente un “incontro” fisico e psicologico, la possibilità di condividere e l’effettiva condivisione delle sue esperienze.
Ciò non equivale a dire che tutto ciò che avviene fra un genitore e un figlio dev’essere temporizzato e calcolato in modo così perfetto da evitare sempre ogni dissonanza o sfasamento ritmico. In realtà la normale esperienza comprende anche momenti in cui gli scambi sono sfasati. Anche scoprire che tati momenti fanno parte della vita normale è importante. Quel che conta non è che gli scambi siano necessariamente sempre “giusti”, ma che i comportamenti della coppia madre e figlio o padre e figlio possano continuare a esercitare un influsso l’uno sull’altro. Fra di loro continuano a trovare scambi soddisfacenti e costruttivi mentre al contempo integrano l’esperienza degli “sforamenti” e degli sfasamenti in modo agile e flessibile. Questi processi sono mediati dall’olfatto, dal tatto, dai suoni e dalla vista.


Cosa sapere su tuo figlio – Pamela Bartram