Gli studi più recenti sui bambini con autismo rivelano che, in alcuni casi, i primi segni di questa malattia, chiamati a volte “segnali di pericolo”, compaiono già nei primissimi mesi di vita. Una parte di queste importanti acquisizioni proviene dalla videoregistrazione della vita familiare di gemelli identici, di cui uno ha ricevuto in seguito una diagnosi di autismo. È stato possibile individuare sia delle differenze fra i movimenti motori di questi bambini e quelli dei loro fratelli gemelli, sia delle piccole menomazioni nel loro modo di esprimere i sentimenti e nel loro comportamento sociale (Acquarone, 2007).
Un aspetto molto importante di questi studi è che, sebbene i genitori non avessero notato dei problemi nei bambini in difficoltà, avevano comunque compiuto dei piccoli adattamenti nel modo di relazionarsi con loro; per esempio, nell’intonazione della voce e nel modo di rivolgersi a loro, che era diverso da quello che usavano con i fratelli senza difficoltà.
Ciò dimostra una sottile e intima conoscenza che si viene a creare, del tutto inconsciamente, fra genitori e figli, ma rivela anche la possibilità che certi modelli di relazione vengano rinforzati senza che ve ne sia piena consapevolezza, dal momento che i bambini in difficoltà, nell’incontro con i genitori, possono non essere influenzati allo stesso modo dei loro fratelli normali. Quest’importante area di ricerca apre la possibilità di sottoporre tali bambini a interventi molto più precoci e di offrire ai loro genitori un sostegno più tempestivo in modo da evitare che nelle prime fasi dello sviluppo si consolidino dei modelli di relazione insoddisfacenti.
Cosa sapere su tuo figlio - Pamela Bartram