I pasti vengono spesso considerati un momento fondamentale nella vita della famiglia. Possono essere l’occasione in cui tutti si riuniscono, ognuno con i propri bisogni, e, anche nell’ordinaria quotidianità, si ha un investimento emotivo nel desiderio che tutto vada bene. Ovviamente, questo di per sé comporta delle pressioni e il pasto con la famiglia riunita può essere tanto un piacere quanto un momento di tensione emotiva.
Il tentativo di integrare il bambino di un anno in alcuni dei pasti con tutta la famiglia presente solitamente inizia un po’ di tempo prima, quando comincia a mangiare cibi solidi. All’età di un anno il bambino mangia più o meno le stesse cose del resto della famiglia, anche se per lui molti gusti e molte consistenze sono ancora una novità. Quando sono ancora pilli i bambini si divertono a versare il cibo ovunque, perciò, se la nostra aspirazione è quella di avere un momento del pasto ordinato e un bambino pulito, la tentazione potrebbe essere quella di continuare ad imboccarlo anche oltre il necessario. Tuttavia, la possibilità di esplorare il cibo in maniera autonoma, riuscendo anche a farne arrivare un po’ alla bocca, aiuta i piccoli ad abituarsi da soli ai nuovi sapori e alle nuove consistenze e un po’ di confusione in questa fase può significare una maggiore intraprendenza nel mangiare in futuro. Se il livello di tolleranza è piuttosto alto, i pasti in famiglia possono diventare un’esperienza più interessante se a tavola c’è anche il bambino di un anno.
Se il vostro bambino è una “buona forchetta”, i pasti in famiglia non saranno troppo problematici; se invece la sua alimentazione vi preoccupa, potrebbero diventare stressanti.
Quando il bambino si avvicina al primo compleanno ha fatto senz’altro molti progressi: ha imparato a gattonare o camminare, e magari anche a dire le prime parole; insomma, è molto diverso dal neonato impotente dei primi tempi. Ma dipende ancora da noi per moltissimi aspetti della vita quotidiana, fra i quali anche la “banale” questione dei pannolini. Che è comunque nulla rispetto alla permanente dipendenza emotiva dalla mamma. In questo ambito, il compito di contenere il bambino emotivamente richiede di rimanere in contatto con le emozioni ambivalenti. Trovare delle situazioni che consentano al bambino di dominare in parte l’ambiente gli permette di accettare tutto il resto. Infatti il cibo, che dal punto di vista emotivo è strettamente correlato alla dipendenza, è una delle poche aree in cui il bambino di un anno è in grado in affermare la propria personalità e di fare delle scelte, anziché essere totalmente dipendente dalle scelte di chi si prende cura di lui. E dalle possibilità di scegliere deriva la sensazione del potere.
Cosa sapere su tuo figlio - Sarah Gustavus Jones