I ragazzi con DSA – Disturbi Specifici di Apprendimento - e i compiti delle vacanze

I compiti delle vacanze sono forse primi nella classifica delle attività meno gradite e ritenute ingiuste e inutili dagli studenti. Il costrutto di inutilità nasce soprattutto dal fatto che i ragazzi rivendichino il diritto al riposo o si sentano nel piccolo gruppo di coloro che eseguono gli esercizi, circondati dal girone più grande degli impuniti. Di fatto hanno invece una caratteristica di utilità che nasce proprio dalla loro peculiarità: per definizione, cioè vengono svolti in vacanza, durante la quale i ragazzi sono più riposati.
Gli studenti in genere, e quelli con Disturbo Specifico di Apprendimento a maggior ragione, durante l’anno scolastico sono spesso in rincorsa, per cercare di conciliare gli impegni con le interrogazioni da preparare e gli esercizi da terminare. Diventa difficile poter dedicare del tempo al miglioramento di una difficoltà o allo sviluppo di una maggiore autonomia, perché viene data precedenza al risultato “economico”: raggiungere la sufficienza nelle verifiche e non prendere note per dimenticanze. Così come è difficile abbandonare abitudini consolidate, anche se non vantaggiose, per paura di un fallimento prestazionale.
L’inizio delle vacanze estive deve essere considerato al pari di un capodanno: si fa un bilancio dell’anno scolastico concluso e si fanno propositi per il nuovo. Il punto di partenza è un’analisi parallela che individui fra le attività assegnate per compito quelle che favoriscono la promozione delle competenze da sviluppare.
Come sempre, il passo imprescindibile è coinvolgere i ragazzo. Innanzitutto, il dare per scontato che non tutto possa essere andato bene funge da “normalizzatore”: nessuno si aspetta la perfezione. Inoltre, solo attraverso la consapevolezza dei problemi è possibile il miglioramento e il percorso verso l’autonomia.